Fossi in Silvio Berlusconi, leggerei con molto sospetto le due pagine di intervista che Giulio Tremonti ha voncesso oggi a Massimo Giannini di “Repubblica”. Le rassicurazioni sull’inattualità di un governo tecnico o di unità nazionale sono accompagnate dal riferimento esplicito alla questione morale in cui sta implodendo il Pdl. Il ministro dell’Economia parla del Popolo della libertà come se non ne facesse parte, lo guarda da fuori con tono leggermente schifato. Parla di una “cassetta di mele marce”, lasciando intendere che il giudizio comprende pure il coordinatore nazionale del partito, Denis Verdini. Certo lui non si immolerà per difendere certi figuri di cui il primo ministro si è circondato.