Dopo avere condotto una campagna ostile nei confronti di Patrizia D’Addario, colpevole di avere registrato il suo incontro intimo con Berlusconi, il settimanale di proprietà del primo ministro, “Panorama”, applica su larga scala lo stesso metodo per prendere all’amo i preti gay della capitale che conducono una doppia vita.
Non mi pare un esempio di giornalismo d’inchiesta, semmai una grossolana forma di adescamento utile a divulgare il senso comune qualunquistico del “così fan tutti”: nel gran polverone della colpevolezza generalizzata finiranno per cavarsela i potenti che procurano o utilizzano le prestazioni sessuali per cementare l’omertà e rendersi utili a chi conta?
State pur tranquilli che “Panorama” non farà una seconda puntata della sua inchiesta nelle alte sfere dell’establishment: preferisce la pesca a strascico dei pesci piccoli, lasciando in pace i pescecani.
Detto ciò, la diocesi di Roma soffre di un discredito oggettivo, dovuto al rifiuto dei vertici ecclesiastici ad affrontare il problema della sessualità dei sacerdoti oltrepassando una dogmatica inadeguata.