Pdl, che errore l’attacco a Granata

lunedì, 26 luglio 2010

E’ proprio vero che un partito in crisi riesce sempre a farsi male da solo. Mentre rotola anche la testa di Denis Verdini, dimissionario dalla banca che gli era cara a tal punto da rinunciare al posto di ministro pur di continuare a presiederla, i gerarchi del Pdl concentrano i loro attacchi sul dissidente di turno, Fabio Granata. E’ ancora una volta Pierluigi Battista sul “Corriere della Sera” a notare come il partito sedicente liberale stia applicando metodi “leninisti” nella repressione del dissenso interno, ma stavolta c’è in aggiunta una vera e propria “cupio dissolvi”. Perchè attaccano Granata su un terreno che, in teoria, dovrebbe rappresentare un valore costitutivo della destra: la difesa intransigente della legalità. Cosa devono pensare gli elettori di un partito dal quale si vuole allontanare un deputato integerrimo per le opinioni che esprime, mentre i probi viri si guardano bene dall’assumere provvedimenti disciplinari nei confronti di dirigenti la cui ambizione manifesta è quella di cumulare ricchezza e potere, profittando dei loro ruoli istituzionali? E’ prevedibile che la campagna scatenata contro Fabio Granata si spegnerà presto con un nulla di fatto, altrimenti chi la orchestra dovrà spiegare perchè non fa nulla per allontanare i vari Cosentino, Scajola, Brancher, Verdini.

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