Secondo me viene da ridere anche a Vittorio Feltri quando pubblica sulla prima pagina del suo “Giornale” le fatture da 4200 euro intestate Tulliani per l’acquisto di una cucina, conoscendo benissimo lui le cifre che ballano nel potere corrotto di cui si è assunto la difesa. Ieri al Tg di La7, davvero l’unico che si possa guardare nella televisione generalista, faceva impressione il contrasto fra i 60,5 milioni gestiti in conflitto d’interessi dalla banca di Verdini (un gerarca, neppure un luogotenente al cospetto patrimoniale del capobanda) e l’entità di quella fattura sbandierata come uno scoop giornalistico. La campagna a favore delle dimissioni di Fini non ha retto l’impatto con il ferragosto. Siamo certi che da oggi Vittorio Feltri le affiancherà un’analoga raccolta di firme per le dimissioni di Verdini da coordinatore del Pdl. O forse sessanta milioni sono una cosa troppo seria, meglio scherzare solo con i quattromila della Scavolini finiana?