Su “La Repubblica”, nella rubrica delle lettere, compare oggi questa garbata replica di Bruno Vespa.
Caro Direttore,
mettiamoci d’accordo. Una donna brava e intelligente, qualunque lavoro faccia (anche la scrittrice) può essere bella senza pagare pegno? Se valorizza con l’abbigliamento la propria avvenenza, le si può rivolgere un complimento garbato? E’ quanto ho fatto sabato sera alla Fenice di Venezia con Silvia Avallone, vincitrice del Campiello Opera Prima (‘Acciaio’): ho detto che la ragazza (26 anni) aveva uno splendido decolleté. Il mio apprezzamento era così inopportuno che la stessa Avallone, confermando di essere una donna intelligente, ha detto al ‘Corriere della Sera’ di non averlo nemmeno notato, osservando che comunque la premiazione avveniva in una ‘atmosfera di levità’ e non eravamo certo in un’aula universitaria. La signorina ha dato una lezione di stile sia alla Murgia che a Lerner, due grillini onorari che non a caso si sono trovati in sintonia a sparlare di un tema che non li toccava. Se vorrà scrivere romanzi anche meno legati a streghe e sortilegi, alla Murgia un po’di humour non guasterebbe. Per quanto riguarda Lerner, i lettori di ‘Repubblica’ che non conoscono la sua grazia, la sua generosità, il suo approccio garbato, la totale assenza di sentimenti vicini all’invidia, si informino in giro. Potranno farsi un libero convincimento su chi – tra noi due – rischi di diventare davvero un “vecchio bavoso”. Al suo libro così ingiustamente bocciato dalla giuria popolare del Campiello, auguro comunque e ( sinceramente) di vendere almeno un terzo del mio più modesto “Donne di cuori”. Traguardo dal quale tuttora è lontano.
Grazie e cordialità,
Bruno Vespa