Chi ha tirato un fumogeno addosso a Raffaele Bonanni costringendolo a lasciare la festa torinese del Pd senza partecipare al dibattito cui era invitato, ha torto marcio. E non ci sarebbe altro da aggiungere se gli episodi di contestazione non si stessero pericolosamente moltiplicando in giro per l’Italia. Dell’Utri, Schifani, e prima ancora la statuetta del Duomo in faccia a Berlusconi (caso diverso dai precedenti, perchè frutto di un’iniziativa personale).
Netti nel condannare i violenti, dobbiamo riconoscere anche i sentimenti che rischiano di -si fa per dire- legittimarli. Mi riferisco all’esasperazione diffusa per l’impunità di cui godono alcuni personaggi davvero screditati; e mi riferisco alla lotta di classe dichiarata ufficialmente da Federmeccanica disdettando il contratto dei metalmeccanici firmato con la Fiom Cgil. Tutto ciò non c’entra con la prepotenza dei militanti dei Centri sociali torinesi; ma lascia presagire un autunno pieno di contestazioni, sul limite pericoloso della violenza.