A Adro mi immagino che sia andata più o meno così. La Gelmini raggiunta dal “Corriere della Sera” si lascia scappare che il sindaco Oscar Lancini (foto) ha esagerato con quei 700 simboli leghisti stampati dappertutto nella scuola. Poi l’indomani qualcuno dalle parti di Palazzo Grazioli deve averle raccomandato: “Non aprirci un fronte polemico con la Lega proprio in questo momento, per una stupidaggine locale”. La ministra così si è affrettata a rettificare la protesta del giorno prima, dichiarandosi rassicurata dal fatto che quel sole delle alpi è un simbolo storico locale, mica un simbolo di partito. E poi, perchè nessuno protesta per i simboli di sinistra esposti nelle scuole italiane?- ha soggiunto da vera furbetta, senza indicare dove e quali.
Ecco, la mia arbitraria supposizione è che a un certo punto sia arrivata la telefonata dal Quirinale: guardi, mi pressano da tutte le parti, lo Stato non può fare finta di niente. Preferisce intervenire lei per risolvere quello scempio? In fondo sarebbe di sua competenza come ministro dell’Istruzione… Altrimenti? Altrimenti dovrà dire la sua il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricordandole che non ci si può far prendere in giro sui simboli della scuola pubblica da un sindaco, per quanto alleato di governo.
Così, con una settimana abbondante di ritardo, Maristella Gelmini si è dovuta ricordare qual era il suo dovere.