L’Infedele, Marchionne e la filosofia dei ricconi

lunedì, 20 settembre 2010

“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sè e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa” (Costituzione italiana, art. 36)
Retribuzione proporzionata, cosa vorrà mai dire? Stasera alle 21,10 su La7 L’Infedele ragionerà sulla scomparsa della lotta di classe. Ospiti in studio: Toni Negri, Sergio Chiamparino, Guido Viale, Ilvo Diamanti. E ancora il consigliere per le relazioni istituzionali della Fiat, Ernesto Auci; l’ex presidente di Federmeccanica, oggi deputato dell’Api, Massimo Calearo; il giornalista economico del “Corriere della Sera” Massimo Mucchetti. In collegamento da Melfi saranno con noi Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte, Marco Pignatelli, cioè i tre operai Fiat licenziati, reintegrati da una sentenza della magistratura, ma non riammessi sul posto di lavoro per decisione aziendale. Trasmetteremo un’intervista con Sergio Marchionne, nella quale l’amministratore delegato della Fiat affronta anche il tema della sua retribuzione. Il suo predecessore Vittorio Valletta, mezzo secolo fa, guadagnava 20 volte la media dei suoi dipendenti. E’ giusto, è normale, è inevitabile che Marchionne guadagni 435 volte i suoi operai? Marchionne replica invitandoli a provare la vita che fa lui, dormendo solo due ore per notte e fumando 80 sigarette al giorno. Ma può funzionare a lungo un sistema economico che esaspera a tal punto le disuguaglianze all’interno di un’azienda?
Così, a partire dalla richiesta Fiat di derogare dal contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici, come condizione preliminare a nuovi investimenti in Italia, discuteremo le contraddizioni del capitalismo emerse dalla grande crisi del 2008 che non ci siamo ancora lasciati alle spalle. Ci aiuterà il libro postumo di Edmondo Berselli (“L’economia giusta”, Einaudi) che preconizza all’Occidente un “futuro sotto il segno meno”, cioè più povero. E un’intervista alla giornalista francese Florence Noiville che, dopo avere frequentato una business school per manager, ne denuncia le finalità insane: insegnano solo a creare benessere per pochi, senza preoccuparsi del bene comune. “Ho studiato economia e me ne pento”, è il titolo del suo pamphlet (Bollati Boringhieri). A proposito di libri, devo segnalare ancora quello di Toni Negri e Michael Hardt (“Comune. Oltre il privato e il pubblico”) pubblicato negli Usa dalle edizioni dell’Università di Harvard e appena tradotto da Rizzoli; mentre il libro-intervista di Sergio Chiamparino con Paolo Griseri si intitola “La sfida” (Einaudi).
Nell’ultima parte della trasmissione racconteremo l’incredibile storia del campo rom milanese del Triboniano, su cui si sta accapigliando al suo interno la giunta Moratti. Sarà nostro ospite il capogruppo del Pdl a Palazzo Marino, Giulio Gallera.
Vi invito a intervenire numerosi con suggerimenti, opinioni, domande.

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