Due banchieri, due destini diversi

martedì, 21 settembre 2010

Il primo pensiero che mi viene sulle possibili, probabili ma non scontate dimissioni di Alessandro Profumo dal vertice della banca che lui stesso ha plasmato negli ultimi quindici anni, è un parallelo con la vicenda del suo coetaneo Corrado Passera. La loro formazione è simile, entrambi votarono alle primarie dell’Ulivo cinque anni fa, eppure non hanno mai dissimulato una forte competitività reciproca. La differenza emerge ora. L’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo ha da sempre interpretato il suo ruolo come “banchiere politico”, ovvero interno ai meccanismi consociativi dell’estabòlishment italiano per cui conviene sempre tenere un piede nell’azionariato dei giornali, promuovere le cordate degli imprenditori “amici” (Alitalia), correre in soccorso di personaggi in difficoltà come Marco Tronchetti Provera (Telecom), avere una sponda variabile nella maggiotanza di governo. Alessandro Profumo ha invece progettato una Unicredit che decide a chi prestare i soldi e a chi no (quasi, non sempre) al di fuori di queste logiche di sistema. Il risultato è che alla prima trimestrale deludente lui salta, mentre Passera resta ben saldo al suo posto, nonostante le notizie sui conti esteri della sua famiglia “scudati”.

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