Povero Berlusconi, anche lui è “risicato”

mercoledì, 29 settembre 2010

Ve lo ricordate l’aggettivo “risicato”? Lo si diceva dell’ultimo governo Prodi, appeso a una maggioranza “risicata”. Il voto di fiducia concesso stasera dall’aula di Montecitorio al governo Berlusconi certifica che non esiste una maggioranza di centrodestra senza l’apporto decisivo dei finiani e dei siciliani di Raffaele Lombardo. La lunga rincorsa con cui si era preparato all’esame parlamentare, confidando di raggranellare con metodi più o meno ortodossi “quota 316”, cioè una maggioranza autosufficiente, ha dato esito negativo. Con la sua prepotenza, la volontà di cacciare i dissidenti o sottometterli, Berlusconi è riuscito a consumare quella che fu la più ampia maggioranza parlamentare di cui mai abbia goduto un esecutivo nella storia della Repubblica. Nè gli è bastato correre ai ripari oggi, accettando a denti stretti il fatto compiuto di una coalizione non più fondata solo sull’asse Pdl-Lega, bensì allargata alla terza forza finiana. Futuro e Libertà è adesso in grado di far ballare il governo, e in particolare di concedere o meno al premier quel salvacondotto giudiziario che sta in cima ai suoi pensieri. Ho l’impressione che gli faranno vedere i sorci verdi.
L’opposizione si è distinta oggi in aula per la durezza degli interventi di Bersani, Di Pietro e Tabacci. Cambia il clima, Berlusconi può essere attaccato a viso aperto con toni implacabili. Non gli sarà semplice convincere i suoi elettori che le sue promesse non mantenute sono colpa dei comunisti, dei giornalisti o dei giudici, dopo che ha dissipato il patrimonio di una maggioranza fino a ieri schiacciante.

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