“Annozero”: complimenti e una perplessità

venerdì, 22 ottobre 2010

Complimenti a “Annozero” per i suoi ascolti formidabili che rovesciano ogni tentativo di censura: ieri ha di nuovo vinto la sfida del prime time, e senza ammorbarci con la storiaccia di Avetrana. La solidarietà a Michele Santoro e agli altri colleghi della Rai, sottoposti a un continuo boicottaggio da parte di un vertice aziendale sensibile solo alle necessità propagandistiche del governo, e disinteressato alla buona informazione. Mi chiedo però se a furia di concentrarci sullo scontro in atto sul terreno dell’informazione -ossessivamente seguito anche dai giornalisti di destra che hanno preso il posto dei politici Pdl in ogni talk show- non stiamo cadendo in una trappola. Si parla di noi (e di “loro”, ovvero delle scorribande del “Giornale” e di “Libero”, incapaci di tradursi autonomamente in approfondimento televisivo) e così si cancella ogni altro sguardo su quel che ci accade intorno, nella vita quotidiana delle “persone normali”. Penso allo spazio minimo ottenuto in tv dalla manifestazione dei metalmeccanici e dalle loro controversie sulle condizioni di lavoro. Ma anche alla semi-paralisi dell’università, o alla lotta dei pastori sardi. Nella Francia percorsa da tensioni sociali, nel Regno Unito dove il governo annuncia mezzo milione di posti tagliati nel settore pubblico, l’attenzione generale si concentra sulla crisi e sui conflitti che provoca. In Italia si parla sistematicamente d’altro. Sarà un caso?

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