Il Pd di Milano, una furbizia pericolosa

domenica, 24 ottobre 2010

Il Partito Democratico milanese commetterà un errore politico che rischia di avere gravi ripercussioni sul suo futuro, se insisterà a negare l’indirizzario dei votanti alle primarie del 2009, di cui gli fanno richiesta Valerio Onida, Giuliano Pisapia e Michele Sacerdoti. Chi sono? Sono i concorrenti al ruolo di candidato sindaco del centrosinistra a Milano, che competono con Stefano Boeri, il preferito dal gruppo dirigente del Pd.
Discutibile ma legittimo che il gruppo dirigente del Pd s’impegni esplicitamente per Boeri. Ma i 65 mila indirizzi che nega agli altri concorrenti non sono certo di persone iscritte al partito, bensì di cittadini interessati al successo del centrosinistra oltre che del Pd stesso. Forse Filippo Penati, Maurizio Martina e gli altri dirigenti Pd temono i buoni argomenti con cui Onida, Pisapia e Michele Sacerdoti potrebbero far breccia tra gli elettori di centrosinistra?
Personalmente sono un iscritto al Pd che preferisce Giuliano Pisapia a Stefano Boeri, considerando più adatto Pisapia a guidare la sfida alla destra milanese e più in grado di amministrare bene una città afflitta da illegalità e ingiustizie. Come me, so che tantissimi iscritti al Pd voteranno Pisapia e non Boeri il prossimo 14 novembre alle primarie. Il meccanismo stesso delle primarie contraddice un’inverosimile pretesa di disciplina di partito.
Capisco che dopo aver compiuto una scelta imprudente i dirigenti del Pd milanese temano di contribuire alla propria delegittimazione pubblica. Ma consiglio loro di recedere da questa inutile prepotenza con cui tentano di favorire un candidato rispetto agli altri. Perchè il futuro del Pd non ha nulla da temere da una prova di democrazia, quand’anche smentisca quel gruppo dirigente già più volte sconfitto. Mentre il loro arroccamento rischia di causare al partito danni ben peggiori.

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