Caro Gad,
mi stupisce la confusione che anche tu alimenti sulle primarie milanesi.
Primarie che sono state fino ad oggi una magnifica prova di democrazia partecipativa, attorno a quattro candidati diversi eppure simili nel rappresentare percorsi autonomi dal mondo tradizionale dei partiti del centrosinistra.
Qualcosa di nuovo per Milano e, lo penso davvero, anche per il centrosinistra italiano.
All’autonomia culturale dei candidati – di tutti i candidati- corrisponde ovviamente l’autonoma possibilità dei partiti, di tutti i partiti (e dunque non solo del PD) di scegliere il candidato e il programma da sostenere.
Altro discorso è quello delle garanzie informative che la coalizione – cioè la somma di tutti i singoli partiti e delle liste che condividono il meccanismo selettivo delle primarie – deve offrire a tutti gli elettori.
In questo senso ribadisco che il comitato elettorale deve chiedere a tutti i partiti di utilizzare i propri indirizzari anche per una comunicazione chiara e dettagliata sulle modalità di voto e il profilo di tutti e quattro i candidati.
Non ti nascondo infine che, nel merito di quanto dici, vorrei capire meglio quale sarebbe la “scelta imprudente dei dirigenti del PD milanese” di cui parli. Forse quella di sostenere la mia candidatura?
Così come mi piacerebbe che tu fossi più esplicito nel motivare le tue intenzioni di voto verso Pisapia, che a leggerti lascerebbero intendere che altri candidati non siano adatti a “amministrare bene una città afflitta da illegalità e ingiustizie”. Ma spero proprio di aver capito male.
Le primarie sono una risorsa formidabile per costruire un progetto per il futuro di Milano . Cerchiamo di non farci del male.
Ti sarei grato se tu volessi pubblicare queste mie righe sul tuo blog.
Con stima,
Stefano Boeri
Caro Stefano,
a differenza di te io sono un iscritto del Partito Democratico, anzi, nel mio piccolo, un socio fondatore (ho fatto parte del Comitato dei 45 e poi dell’Assemblea Costituente, sia pure su posizioni minoritarie rispetto alla segreteria Veltroni). Proprio per questo mi rammarico che il Pd non metta a disposizione di tutti e quattro i candidati un indirizzario che è ben più allargato di una semplice lista di tesserati.
La mia iscrizione al Pd è anche un modo di manifestare scetticismo rispetto a distinzioni di merito fra candidati politici e esponenti della società civile, del tipo cui mi pare tu faccia cenno. L’esperienza ci ha insegnato che gli esponenti della cosiddetta società civile prestati alla politica non necessariamente si rivelano diversi o migliori.
La mia preferenza espressa per Giuliano Pisapia è motivata infatti dalla sua esperienza politica consolidata, che considero un vantaggio sia nel sollecitare militanza e partecipazione in una campagna elettorale che sarà durissima; sia, in caso di vittoria, per fronteggiare con un buongoverno rigoroso le illegalità e le ingiustizie ereditate da quasi un ventennio di centrodestra. La mia non è certo mancanza di stima o fiducia nei confronti tuoi e di Onida, ma la convinzione che a Milano oggi serva un protagonismo politico e non un profilo “tecnico” per essere competitivi. Ciò vale anche nell’eventualità -che sarebbe sciocco non prendere in considerazione- di una nuova vittoria della destra. E’ vero che stavolta il centrosinistra ha reali chances di successo, da non sprecare in polemiche intestine. Ma è anche saggio contemplare la subordinata di “perdere bene”, seminando per il futuro.
Anche per questo avrei preferito che il gruppo dirigente del Pd non si rinchiudesse sulla tua pur degnissima candatura: una scelta legittima ma dagli effetti paradossalmente divisivi, come si è visto, all’interno del partito stesso.
Com’è ovvio, se vincerai le primarie del 14 novembre, sosterrò la tua candidatura a sindaco di Milano con piena convinzione, così come ora, alle primarie, sostengo Giuliano Pisapia. Nel frattempo, ti confermo la mia amicizia,
Gad Lerner