La sinistra fra speranze e rottamatori

domenica, 7 novembre 2010

Ieri sera ho partecipato a una manifestazione emozionante, e non solo per le migliaia di persone che non riuscivano a entrare al Teatro Dal Verme di Milano, già stracolmo da ore in attesa degli interventi di Giuliano Pisapia e Nichi Vendola. Qualcuno ricordava il clima girotondino del Palavobis di otto anni fa, il che deve indurre alla prudenza visti gli esiti poco incisivi di quella fiammata. Ma la differenza è che quel movimento di protesta “resisteva” a una grande avanzata della destra, mentre oggi tutti avvertono come prossima la fine del ciclo berlusconiano. Diciamo che pur considerandomi vaccinato dai facili entusiasmi e dal populismo d’assemblea, anch’io ho ammirato la naturalezza carismatica con cui Nichi Vendola coinvolge il “suo” popolo: un linguaggio mai greve, al contrario ricco e forbito, l’emozione coniugata alla visione sociologica, il personale e il politico tenuti insieme dalla credibilità della biografia. Ma soprattutto vendola è legittimato dal fatto che non solo parla bene -non è un Veltroni solo più di sinistra- ma si è dimostrato credibile come uomo di governo in una realtà complicata come la Puglia.
La liturgia della nostra manifestazione milanese pro-Pisapia non ammiccava a improbabili giovanilismi. Non mi entusiasma, tanto per capirci, la scena di Matteo Renzi e Pippo Civati che guidano l’assemblea dei rottamatori del Pd da una consolle che li fa assomigliare a dj. Mentre apprezzo che vi abbiano partecipato tanti militanti, e che in tanti abbiano parlato grazie al metodo “europeo” dei cinque minuti a testa. Voglio dire che il Pd e il centrosinistra hanno bisogno vitale di queste spinte eccentriche e indisciplinate; a Milano è forte il presentimento di una partecipazione alle primarie che andrà al di là delle più rosee aspettative (centomila persone); la stessa definizione della leadership nazionale alternativa alla destra non potrà prescindere da questo bagno di democrazia.
Ecco, mi resta il dubbio antipatico che la leadership dei rottamatori oggi appaia più furba che colta, più rampante che servizievole. Spero di sbagliarmi.

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