Talmente di rado mi succede di ritrovarmi d’accordo con Nicola Latorre (a parte la comune fede interista) che vorrei segnalare il mio pieno consenso alla sua idea di un Partito Democratico capace di includere Nichi Vendola e l’area della sinistra sindacale e ambientalista che in lui si riconosce. Magari Latorre l’ha concepita come mossa tattica per mettere in difficoltà Bersani, oppure per eludere il vincolo delle elezioni primarie divenute l’unico strumento democratico di selezione della classe dirigente nel nostro paese. Avanzo questi sospetti perchè in Puglia proprio Nicola Latorre un anno fa fece di tutto, assieme a D’Alema, per interrompere la corsa di Vendola, commettendo un grave errore politico. Benvenuto il ravvedimento, comunque, se di questo si tratta. E in ogni caso la sostanza della proposta interpreta correttamente la realtà italiana: di fronte all’acuirsi delle disuguaglianze sociali occorre uno strumento largo e unitario come il Pd, arricchito da un pensiero critico e alternativo di cui Vendola è fra i portatori. La contesa per la leadership interna, verrà dopo. Così come la politica delle alleanze con un centro che a mio parere in Italia resterà forza minoritaria, perchè non ci sono una borghesia e un establishment capaci davvero di consolidarlo.