Il presidente del consiglio regionale della Lombardia, Davide Boni (Lega Nord) starebbe valutando l’ipotesi di querelare l’attore Giulio Cavalli, capogruppo dell’Italia dei Valori, un uomo che vive sotto scorta a seguito delle minacce della ‘ndrangheta dovute ai suoi spettacoli di denuncia. Motivo: all’Infedele di lunedì scorso Cavalli ha ricordato che alcni consiglieri regionali sono stati eletti con il voto della ‘ndrangheta. Un’affermazione lapalissiana, purtroppo, e già comprovata dalle intercettazioni telefoniche su cui la magistratura ha costruito la retata con trecento arresti del luglio scorso.
Se Boni volesse tutelare l’onorabilità delle istituzioni lombarde farebbe bene a ringraziare Giulio Cavalli per la sua opera di denuncia, anzichè liquidarlo come “clone di Roberto Saviano”. Ho l’impressione che la Leha abbia perso lucidità politica a seguito delle divisioni interne provocate dalle recenti rivelazioni. Sarebbe interesse del movimento di Bossi riconoscere i tentativi di infiltrazione di cui è oggetto da parte della ‘ndrangheta, come del resto altri partiti. E smetterla di gridare al complotto.