La memoria corta di Roberto Castelli

venerdì, 10 dicembre 2010

Di nuovo ieri sera a “Annozero” il viceministro Roberto Castelli ha usato un argomento molto discutibile, come già all'”Infedele”, per difendersi dall’accusa di avere incontrato nel marzo 1990 a Lecco il boss della ‘ndrangheta Franco Coco Trovato, come sostiene il pentito Giuseppe Di Bella nel libro “Metastasi” di Gianluigi Nuzzi con Claudio Antonelli. Castelli ha sostenuto cioè che all’epoca la Lega era un movimento marginale e nessuno poteva prevederne l’ascesa politica. E per avvalorare questa tesi ha di nuovo scommesso: vedrete che Di Bella si correggerà, in futuro daterà al 1992 quell’incontro inventato.
Ora io non ho alcun elemento per avvalorare o smentire l’incontro lecchese fra Coco Trovato e Castelli. E anche se tale incontro fosse avvenuto non ne trarrei la conseguenza che fra Castelli e la ‘ndrangheta vi sia stata una collaborazione organica e consapevole. Però il viceministro dovrebbe cambiare argomento e non abusare della smemoratezza altrui: nel 1990 in Lombardia la Lega era già un movimento forte e in ascesa, di cui anche un analfabeta della politica poteva prevedere l’imminente successo elettorale. Difatti alle regionali del 1990 conseguì il 19% dei voti e quindici consiglieri. Investire sulla Lega non era una sciocchezza, nel marzo di quell’anno, ma un calcolo facile per chi voleva bene inserirsi nel nuovo potere nascente. Mi spiace, ma che in molte zone della Lombardia la ‘ndrangheta abbioa dato indicazione di voto per la Lega è un fatto accertabile, seggio per seggio.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.