Mirafiori, non è un revival degli anni ’50

lunedì, 27 dicembre 2010

La deroga al contratto nazionale dei metalmeccanici senza cui Marchionne rifiuterebbe qualsiasi investimento nello stabilimento di Mirafiori, è faccenda diversa dalla sconfitta della Cgil perseguita neli anni Cinquanta da Valletta. Perchè allora si pianificava un’industria automobilistica nazionale, mentre oggi il non meglio precisato piano “Fabbrica Italia” si risolve in una piattaforma di montaggio di jeep Chrysler concepite negli Usa.
Solo per deformazione politica si enfatizza lo scontro fra la Fiat e la Cgil, seguito con tremore opportunistico dal governo e dalla Confindustria, come se davvero le normative contrattuali fossero l’argomento decisivo in base a cui si determinano le strategie aziendali. Chi difende l’accordo separato di Mirafiori dovrebbe spiegarci se ritiene davvero che l’Italia tornerà così ad essere attrattiva per gli investimenti dei fabbricanti di automobili, e come il suo mercato (saturo) possa esserne incrementato. Altrimenti saranno di nuovo promesse non mantenute, sia per i dipendenti sia per i contribuenti.

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