Gli imbecilli e noi ebrei italiani “influenti”

mercoledì, 12 gennaio 2011

“Faccia da eliminare”, vengo definito su questo sito antisemita, specializzatosi a quanto pare nel pubblicare elenchi di “pericolosi” ebrei italiani. Ne dà notizia in prima pagina “La Repubblica” di oggi, con un articolo di Marco Pasqua che qui ripubblico. Non chiederò certo la scorta, per simili imbecilli.

Elenchi di ebrei italiani “influenti”, dall’economia ai media, ma anche nel mondo dello spettacolo. Nomi e cognomi di imprenditori, artisti, scrittori e giornalisti, citati in virtù delle loro (vere o presunte) origini ebraiche. Queste blacklist dell’odio antisemita compaiono sulle pagine italiane del forum neonazista americano Stormfront, fondato da Don Black, ex leader del Ku Klux Klan. E’ qui che si ritrovano quanti credono nella superiorità della razza bianca, e si battono per un’Italia senza immigrati, gay ed ebrei. Hanno nickname di ispirazione nazionalsocialista, spesso tedeschi, comunque chiara espressione di quegli ideali incarnati in questa sfera virtuale. Da Gad Lerner a Nicoletta Gandus (giudice che ha condannato l’avvocato David Mills), gli attacchi dei neonazisti non risparmiano lo scrittore Roberto Saviano (nato da madre di origine ebraica sefardita) e Carlo De Benedetti, presidente del gruppo L’Espresso.

Gli elenchi figurano nel thread dal titolo “il giudaismo internazionale”. Uno dei più longevi – si è aperto più di un anno fa – e tra i più citati e ripresi nella galassia della destra estrema sul web. Lo scopo di questa discussione è quello, come spiega l’utente DerWeisseWolf, tra i più attivi del forum, di mettere in evidenza il potere che gli ebrei “hanno acquisito in campo economico, descrivendo la situazione in nelle varie nazioni del mondo”. Citeremo nomi e cognomi degli ebrei, preannuncia l’anonimo razzista, che esercitano “il controllo economico e quindi politico in tutta la società occidentale”. Dietro a questo lavoro, non sempre preciso e spesso basato su voci e grossolane ricerche sul web (ci si ispira spesso alla lista di cognomi ebraici pubblicata da Holywar, altro punto di riferimento degli antisemiti), c’è quella che sembra essere un’ossessione: scovare la cosiddetta “lobby ebraica” che controllerebbe buona parte delle nazioni del mondo. Ogni cognome di origine ebraica in una posizione chiave ne dovrebbe essere la prova, secondo questi adepti virtuali del Klan del Ventunesimo secolo.

L’analisi parte dall’estero, individuando gli ebrei a capo di istituzioni come il Fondo Monetario Internazionale (con il suo direttore generale, Dominique Strauss-Kahn), della Federal Reserve o delle grandi case cinematografiche di Hollywood ma passa anche per quelli entrati a far parte dello staff di Barack Obama, e non risparmia il creatore di Facebook, Mark Zuckerberg e Sergey Brin, il fondatore di Google, insieme a Larry Page. Più articolata la sezione relativa agli ebrei che, in Italia, occupano posizioni sociali di rilievo. I primi ad essere citati sono John Elkann, presidente Fiat (e figlio di Alain Elkann), Antoine Bernheim, ex presidente di Assicurazioni Generali e Roberto Saviano, a proposito del quale si ricorda la nascita da madre di origine ebraica sefardita (elemento questo che, a detta dei nazionalisti, spiegherebbe alcune sue affermazioni pro-Israele). Una delle liste più nutrite è quella dei giornalisti, di carta stampata e televisione. Oltre a Gad Lerner, uno dei bersagli preferiti su queste pagine virtuali (viene definito “faccia da cancellare”) insieme alla deputata del Pdl Fiamma Nirenstein, vi compaiono, tra gli altri, Alain Elkann, Paolo Mieli, Clemente J. Mimun, l’opinionista Klaus Davi, giornalisti dei tg pubblici ma anche del Tg5 e curatori di rubriche televisive (c’è anche una segretaria di redazione del Tg3). Una ventina quelli che finiscono nella parte relativa al capitolo “mondo dello spettacolo”, da Joele Dix a Marta Flavi (nata da padre di origini ebraiche), passando per Susanna Tamaro (la famiglia della madre era di origine ebraica), Luca Barbareschi e Claudio Amendola (che avrebbe parlato delle sue origini ebraiche nel corso di una puntata di Matrix). Citazioni spesso accompagnate da link a pagine che dimostrerebbero le origini di questo o quel personaggio, mentre altre volte si autoalimentano con le voci che circolano negli ambienti antisemiti. I neonazisti puntano anche il dito contro gli istituti di statistica “in mano agli ebrei”: tra gli esempi riportati quello di Renato Mannheimer, a capo dell’Ispo. Nel mondo dell’editoria compare Carlo De Benedetti, al quale non vengono risparmiati insulti antisemiti. Anche la giudice Nicoletta Gandus è al centro di un post, con tanto di fotografia, mentre un altro è dedicato all’ad di Borsa Italiana, Raffaele Jerusalmi (insieme ai membri del Cda ebrei, indicati in neretto). Persino un appello pro-Israele firmato da Fiamma Nirenstein, è un pretesto per raccogliere nomi: viene, infatti, trascritta una parte dei 500 firmatari. Si tratta prevalentemente di ebrei, giornalisti e politici. Le loro firme vengono definite “interessanti e rivelatrici”.

Il perché di questi elenchi viene spiegato a chiare lettere da un utente che si firma “Stielhandgranate 24” (nome che si richiama alla granata da lancio standard del Reichswehr) e che utilizza un linguaggio retaggio dell’epoca delle leggi razziali, accompagnato da una serie di noti luoghi comuni sugli ebrei: “Il dovere di ogni nazionalsocialista è quello di scovare l’ebreo camuffato usando i pochi ed incompleti mezzi disponibili, partendo dal vicinato, verificarne la reale fattura giudaica incrociando dati con reali osservazioni (si comporta da ebreo, è ricco, ha una posizione importante economica, negozi, tratti somatici, eccetera) e diffondere la notizia in maniera capillare in modo che il giudeo, dall’abile mimetismo, possa risultare in qualche modo evidenziato a vita, con l’intento di ledere la sua posizione monopolizzatrice economica/di vip/politica”. Un altro thread vuole servire da “guida” per aiutare i suoi utenti a “riconoscere l’ebreo”: riconoscimento che, secondo questi neonazisti, deve avvenire attraverso il “cognome, la discendenza familiare e i tratti somatici”. Il tutto è condito da una serie di foto esemplificative di personaggi italiani noti. L’invito di un altro utente storico del forum, “Holuxar”, è quello di “scovare” gli ebrei “insospettabili”: “l’unica soluzione è la liberazione dal potere ebraico. Ora e sempre resistenza contro la dittatura ebraico-sionista, per la libertà dei nostri popoli bianchi europei”. Termini e concetti che si ritrovano nelle pagine americane del forum, animate, oltre che da Don Black, da David Duke, altra anima del movimento razzista Usa, ex leader del KKK e autore di ricerche sulle cosiddette “lobby ebraiche”.

Nel febbraio del 2008 fece discutere una blacklist pubblicata da un blog italiano, che riportava un elenco di docenti ebrei: obiettivo dell’operazione virtuale, quello di “denunciare il baronaggio ebraico nelle università italiane”. Il blog, ospitato da una piattaforma italiana, venne presto oscurato, e il responsabile reatino individuato dalla polizia postale. In quella sede, l’allora portavoce della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, parlò di “lista di proscrizione”. Nel caso di Stormfront, però, il lavoro della postale, che ben conosce il forum, sarà più difficile. Il sito, che ospita anche interventi in difesa dei negazionisti, italiani e stranieri, con attacchi alle comunità ebraiche italiane, è registrato in America, in Florida, nello Stato in cui è stato fondato, nel 1995, da Don Black.

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