L’Infedele: Mubarak, non è una barzelletta

lunedì, 31 gennaio 2011

L’attrice Lunetta Savino aprirà L’Infedele di stasera, alle 21,10 su La7, spiegandoci perchè ha voluto essere fra le promotrici della mobilitazione del 13 febbraio prossimo, “Ora basta”, a tutela della dignità delle donne italiane. Nell’ultima parte della trasmissione, poi, torneremo con Gianluigi Nuzzi di “Libero” sugli ultimi sviluppi dell’inchiesta milanese. Ma L’Infedele non rinuncia a una ragionevole gerarchia delle notizie, e pazienza se ciò comporta qualche punto di share in meno. Come ignorare che l’Italia sta ballando il bunga bunga in mezzo a una tempesta internazionale che la coinvolge?
Sarà in studio con noi Guy Verhofstadt, per nove anni primo ministro del Belgio e ora capogruppo dei liberaldemocratici al Parlamento europeo. Parlando un ottimo italiano, Verhofstadt può aiutarci a confrontare la situazione della nostra penisola con quella del suo paese, senza governo dal 13 giugno 2010 e ormai sull’orlo della secessione tra Fiandre e Vallonia. Il Belgio, nazione indipendente dal 1830, protagonista di una inutile riforma federalista dello Stato nel 1993, sta forse per scomparire? E’ questo un destino verosimile anche per l’Italia?
Con Verhofstadt ne discuteranno il direttore di “Limes”, Lucio Caracciolo; il senatore Massimo Garavaglia della Lega Nord; il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi (Pd); l’economista Maria Cecilia Guerra; lo scrittore esordiente Alessandro Mari, autore del bellissimo romanzo “Troppo umana speranza” (Feltrinelli) nel quale si narra la nascita della nazione italiana.
Tutti i nostri interlocutori europei, però, da Caracciolo a Verhofstadt, saranno chiamati stasera a confrontarsi con un pubblico in larga misura composto da egiziani, tunisini, libici e algerini. Torna a trovarci l’appassionata Ouejdane Mejri, portavoce dell’associazione dei tunisini in Italia; e accanto a lei siederà Randa Ghazi, giovane scrittrice italo-egiziana. Domanda: la caduta dei presidenti-dittatori che noi abbiamo sostenuto per convenienza (Mubarak è in carica da 30 anni, Ben Ali è fuggito dopo 23 anni di potere, ma Gheddafi risulta inamovibile da ben 42 anni), rappresenta solo un pericolo o anche un’opportunità? Davvero non abbiamo altro da auspicare che delle dittature mascherate, per i popoli nostri vicini della sponda sud?
Vi chiedo fin d’ora di collaborare attraverso il blog inviando commenti, domande e suggerimenti.
Post Scriptum. Il sarcofago utilizzato da Michele Mally per la nostra copertina è quello di Artemidoro, risalente al 120 dopo Cristo.

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