Il Giuliano furioso che per amore perse il senno

venerdì, 11 febbraio 2011

Mi ero sbagliato: la ridiscesa in campo di Giuliano Ferrara sta durando da più di una settimana (come avevo erroneamente previsto il 1 febbraio scorso). Ma è curioso notare l’evoluzione, che segue un ciclo classico nella sua prevedibile contraddittorietà. Se il 1 febbraio scorso Giuliano Ferrara denunciava a muso duro Daniela Santanchè e Michela Vittoria Brambilla perchè promuovevano mobilitazioni contro i giudici, danneggiando con ciò Berlusconi, oggi è lo stesso volubile Ferrara a chiamare i suoi prodi a Milano per una “protesta contro i puritani”. Se la settimana scorsa ammoniva il Cav a non usare la parola “Golpe”, oggi lui stesso va al Tg1 per gridarla ai quattro venti. A proposito: gli è tornata la voglia di televisione, anche la scelta dell’appartatezza è scaduta. Altrettanto volubile si è rivelato l’impegno di politica economica per la causa della crescita, o “frustata” che dir si voglia: già scomparsa dalla sua agenda, con inversione a U degli argomenti, delle priorità, e soprattutto dei toni. Questo è il punto essenziale: una sorta di ciclotimia. Lasciatemelo dire per esperienza: quando Giuliano ti sorprende per moderazione dei toni bisogna fare attenzione; quando sgrida chi usa toni eccitati al suo fianco bisogna mettersi batuffoli di cotone nelle orecchie; seguirà immancabilmente esplosione d’incontinenza. Berlusconi ha ritrovato il portavoce delle sconfitte migliori.

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