Sarà un’intervista con lo scrittore Andrea Camilleri a aprire stasera su La7 alle 21,10 la puntata dell’Infedele; che si concluderà invece trasmettendo l’intenso dialogo di Piero Ricca con Antonio Ricci su “Striscia la notizia” come veicolo culturale del berlusconismo, dialogo segnalatomi qui sul blog (grazie!) ma mai visto in televisione.
La copertina di Michele Mally che annoda la bandiera verde di Gheddafi con quella padana del ministro Maroni, ci richiama alla paura, al vittimismo e all’allarmismo con cui l’Italia segue una rivoluzione che sta cambiando i connotati al Mediterraneo. Non a caso siamo un paese che si divide perfino sui prossimi festeggiamenti della sua unità nazionale. Ci siamo dimenticati che i secoli più floridi della nostra storia furono quelli in cui l’Italia guidava un rapporto armonico fra Europa e sponda sud del Mediterraneo. Ci lamentiamo della nostra fortuna: essere attaccati all’Europa ma immersi nel Mediterraneo. Diamo l’impressione di temere il vento di libertà che soffia dal Nordafrica a Levante.
Grazie anche all’introduzione di Camilleri, stasera ne discuteremo con Alfredo Mantica (Pdl), sottosegretario agli Esteri; e chiederemo al deputato europeo Mario Borghezio se l’intera strategia leghista, culminata nel trattato italo-libico del 30 agosto 2008, non venga rimessa in discussione dagli eventi in corso. Altrimenti perchè la Lega oggi appare così insolitamente europeista nelle sue richieste, inascoltate, a Bruxelles? Trasmetteremo in proposito anche un’intervista col ministro degli Interni, Roberto Maroni. A discutere con questi uomini del centrodestra italiano in studio ci saranno tre donne: la mia collega Lucia Annunziata; Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr); e la giovane Maysun El Targhi che guiderà la delegazione dei libici residenti in Italia ospitata dall’Infedele. In collegamento da Palermo ascolteremo la voce del presidente della regione Sicilia, Raffaele Lombardo, sullo scaricabarile riguardo alla destinazione dei profughi dal Nordafrica; accanto a lui siederà il giornalista libico Farid Adly. Mai come oggi la politica internazionale si intreccia con le scelte che siamo chiamati a compiere sul nostro futuro. Nessuno può illudersi più di prosperare semplicemente affidando a “tiranni-amici” la sponda sud del nostro mare; o magari confidando di separarsi dall’Italia del Sud, troppo vicina a quella sponda. Ne sanno qualcosa i finanzieri e gli imprenditori italiani consociati con Gheddafi che si ritrovano oggi colpiti anch’essi dalle sanzioni votate all’unanimità dall’Onu. Ve li presenteremo in un apposito servizio.
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