“Striscia la notizia” e le donne: che fiasco!

mercoledì, 9 marzo 2011

Ullallà, che fiasco! La trasmissione più seguita della televisione italiana, quella che si erge a paladina degli interessi popolari dopo avere inventato le Veline ornamentali come modello femminile da imitare con tanto di concorsi appositi, ci ha tempestato nei giorni scorsi con un appello alle giornaliste di Mondadori, Condé Nast, Gruppo Espresso e Rcs. “Metteteci la faccia”, chiedevano con faccia tosta proprio loro, i divulgatori di una televisione che riduce a macchiette sottomesse le presenze femminili. Un poco credibile Ezio Greggio, assecondato da una più timida Michelle Hunzinker, per giorni e giorni ci ha tempestato dal video con la sfida alle giornaliste della carta stampata (chissà perchè non a quelle della televisione) per condurle a una generica chiamata di correità. Come se la pur necessaria correzione dell’abuso pubblicitario del corpo della donna che -guarda caso- conosce in Italia eccessi impensabili all’estero, potesse “coprire” e “annacquare” il misfatto specifico denunciato da Lorella Zanardo e tante altre: un messaggio televisivo univoco e ossessivo di spregio alla dignità delle donne italiane, rappresentate come desiderabili solo se oche plastificate.
Il tono dell’appello era stentoreo e perfino minaccioso. Ci mettete la faccia? Altrimenti le non risposte verranno (da chi?) considerate dei “no”. E infatti di fronte all’umiliante riscontro di sole 25 (venticinque!) giornaliste su 1217 interpellate che hanno risposto positivamente, Antonio Ricci ha scatenato il solito falso Beppe Grillo con una sequela di improperi: “giornaliste coccodè”, degne di Totò Riina, eccetera. Con un ruffiana strizzatina d’occhio a “Il Fatto” per tentare di darsi una foglia di fico a sinistra. Mi stupisce che Antonio Padellaro e Marco Travaglio, per l’elemosina di un po’ di pubblicità, non abbiano sentito il bisogno di prendere le distanze da un’operazione palesemente strumentale e provocatoria, culminata nella parodia del documentario “Il corpo delle donne” di Lorella Zanardo.
L’operazione è fallita. Nè le giornaliste nè la maggioranza delle donne italiane sono disposte a farsi teleguidare da uno dei massimi propagandisti misogini dell’Italia clerico-puttaniera. Quanto alla necessità di correggere gli abusi della dignità femminile anche sulla carta stampata e nella pubblicità -problema reale- credo che nei prossimi giorni partiranno iniziative ben più efficaci, condotte da personalità credibili.

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