Non può mai essere motivo d’esultanza l’inizio di un’operazione militare che, comunque sia, comporterà il sacrificio di vittime innocenti. Ma quante se ne contano già, e quante ancora ne avrebbe provocate la folle guerra del clan Gheddafi abbarbicato al potere da oltre un quarantennio? L’attivismo di Sarkozy ha certo motivazioni di realpolitik e non d’idealismo: candida la Francia a “protettrice” della rivoluzione araba e quindi lancia un’ipoteca egemonica sui futuri assetti mediterranei. Anche per sottrarre quote d’influenza all’Italia rimasta fino all’ultimo in imbarazzo a causa del Trattato stretto col tiranno nel 2008.
Speriamo davvero che le difese militari di Gheddafi siano deboli e che la sofferenza del popolo libico sia prossima a terminare.