A Leonardo il nerazzurro

sabato, 2 aprile 2011

Questo articolo è uscito sul magazine de “La Gazzetta dello Sport”.
Caro Leonardo,
lei è troppo gentile d’animo per comunicare ai tifosi rossoneri che tuttora giustamente l’ammirano –e mai avrebbero immaginato di doverla temere- la più spiacevole delle verità. Mi conceda allora di dirgliela io, questa verità, ai cugini. Da esperto infedele, so bene che i rapporti sentimentali per sopravvivere nel tempo hanno bisogno non solo di amore, ma anche di stima e reciproco rispetto.
Rossoneri, capisco il vostro dispiacere ma dovete arrendervi all’evidenza dei fatti: Leonardo non era da Milan. Inadatto alla struttura gerarchica della vostra società. Per averne conferma, basta il ricordo di com’è andata a finire il rapporto con chi, dalle vostre parti, s’è abituato a trattare da maggiordomi non solo i giornalisti ma anche gli allenatori. Con signorilità Leonardo rassicurò il Milan che non avrebbe fatto valere i suoi diritti contrattuali per farsi mantenere a sbafo. Ma poi aggiunse qualche parola che forse in via Turati non sono abituati a udire: “E’ una questione di stile, ognuno ha il suo. Forse, in questi ruoli, c’è una incompatibilità di carattere”.
Questione di stile. Incompatibilità.
Lei è troppo gentile d’animo, caro Leonardo, per ricordare proprio quest’oggi, nel giorno del derby, in faccia agli ottantamila di San Siro, quelle parole inequivocabili. Ma invece è bene che i milanisti si rassegnino: se lei se n’è andato, e se oggi la rimpiangono, c’è un perché. Gli farà male saperlo ma per fantasia, eleganza, libertà intellettuale, dialettica latina, fascino alla Mourinho, Leonardo è un interista fatto e finito. Infranti i cuori rossoneri, viene la felicità nerazzurra.
Gad Lerner

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