E’ giusto bombardare il socio di Berlusconi

martedì, 26 aprile 2011

Se gli Stati Uniti hanno premuto per una partecipazione diretta dell’Italia, con “azioni mirate su obiettivi militari”, nella guerra libica in sostegno ai ribelli di Bengasi e contro il regime di Gheddafi, c’è un motivo specifico. Lo spiega su “La Stampa” il come sempre bene informato Maurizio Molinari: i nostri servizi dispongono più di chiunque altro di informazioni dettagliate sulla dislocazione dell’apparato difensivo di Gheddafi. Non per altro, ma perchè hanno frequentato da partner fidati quel territorio fino a pochi mesi fa. Più che sparare, ci verrà chiesto dove sparare. Ciò non illumina di gloria la decisione assunta ieri sera da Berlusconi, costretto malvolentieri a voltare le spalle a un tiranno col quale aveva stretto qualcosa di più che un’amicizia: i due erano diventati soci di fatto nella società di produzione cinematografica Quinta Communication solo un paio di anni fa. Ha un bel dire Tarak Ben Ammar, l’altro socio di questa impresa, che la libica Lafico è una finanziaria statale libica non ascrivibile direttamente alla famiglia Gheddafi. Come se in Libia valessero certe distinzioni.
La sostanza è che Berlusconi si ritrova a compiere una scelta giusta che aveva tentato di scansare in tutti i modi. Rimuovere l’ostacolo Gheddafi è essenziale per dare seguito al rovesciamento degli altri regimi dittatoriali nel mondo arabo. Tremeranno Assad e Ahmadinejad, dopo il colonnello. Il dissenso leghista, l’ho verificato ieri sera all’Infedele dialogando con Roberto Calderoli, non porterà a un’uscita dal governo. Costretto a fare la cosa giusta, contro il suo socio e partner glorificato fino a ieri.

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