La domanda dei prossimi giorni è una sola: il Berlusconi urlatore che se la prende con la sinistra perchè si lava poco e definisce “cancro” i magistrati, riuscirà nell’intento di smuovere un numero sufficiente di elettori di destra delusi -di per sè intenzionati a disertare le urne- riportandoli domenica e lunedì ai seggi? La sua operazione di marketing elettorale è volgare, spregiudicata, ma chiara negli intenti: confida di risvegliare una quota sufficiente di astensionisti di destra, sospingendoli a sostenerlo in extremis come “male minore”. Maldestramente, pure Letizia Moratti ha intrapreso la medesima strada, nella speranza di conseguire una maggioranza assoluta al primo turno che si stava allontanando.
L’incognita con cui devono fare i conti questi governanti avventurieri in palese crisi di autorevolezza è lo smottamento in atto da mesi del loro consenso, già certificato da ricercatori autorevoli come Roberto D’Alimonte. Se il Pdl sta davvero franando, com’è evidente, neppure l’isteria di questo sprint finale dovrebbe porvi rimedio. Tutto sta a misurare l’entità della frana, e i tempi in cui si compie.