Per fortuna il comando italiano in Libano smentisce la notizia della morte di un nostro militare. I feriti sono sei, alcuni dei quali versano in gravi condizioni. La notizia dell’attentato sull’autostrada fra Beirut e Sidone suscita in me un’amarezza particolare: la diplomazia internazionale ha lasciato passare troppo tempo senza far nulla in questa regione strategica che, non fosse stato per l’interposizione garantita dalla missione Unifil, sarebbe già esplosa in guerra aperta. Oggi i nemici dei movimenti per la libertà nel mondo arabo, i difensori dei tiranni (da Damasco a Teheran, da Tripoli a Riad) trovano convenienze destabilizzare come al solito gli equilibri delicatissimi della non belligeranza. Condifando di bloccare con il terrore il cambiamento. Piangiamo dei militari italiani impegnati in una missione preziosa per la pace nel Mediterraneo, degli autentici difensori dell’interesse nazionale ed europeo.