Referendum per la democrazia partecipata

martedì, 12 luglio 2011

La drammatica situazione in cui versa l’economia italiana, che in autunno pagherà anche in termini occupazionali lo sconquasso vissuto in queste ore,non mi esime dal raccontarvi l’impegno che ho assunto fra i promotori del referendum per il ritorno ai collegi uninominali.
Per la prima volta ho varcato la soglia del cosiddetto “Palazzaccio” in cui ha sede la Cassazione, e devo dire che nel suo genere non è affatto male (edificato nel 1911, compie giusto un secolo). La compagnia dei presentatori dei quesiti referendari, studiati per abolire la legge elettorale Porcellum e tornare al sistema precedente, il Mattarellum, mi va decisamente a genio. Fra gli altri cito persone che stimo molto come Arturo Parisi e Sofia Ventura. Ma trovo ottima la notizia di un impegno diretto nella raccolta delle firme da parte di Sel, la sinistra di Nichi Vendola che si separa così da Bertinotti e gli altri comunisti devoti al proporzionale; e naturalmente dell’Italia dei Valori, con Antonio Di Pietro che ammette gli errori compiuti nella scelta dall’alto dei candidati al Parlamento.
Molto, molto meglio un sistema che garantisca al tempo stesso il premio di maggioranza -costringendo i partiti a sottoporsi all’elettorato sulla base di un chiaro vincolo di schieramento, senza mani libere per trafficare dopo- e un collegamento diretto fra il candidato e un territorio circoscritto, grazie al collegio uninominale.
Non sono un tecnico della materia, ma basta poco per capire che non c’è riforma della politica immaginabile senza il ripristino della decenza nelle regole elettorali. E non c’è speranza di arrestare il declino italiano senza un nuovo slancio democratico che può venire solo dal basso. Vi terrò informati sulla raccolta delle firme. Spero che si possa votare il referendum pro-Mattarellum nella primavera prossima, se nel frattempo non saranno già state sciolte le Camere. E in quest’ultimo caso mi auguro che l’intero Partito Democratico si affretti a fare sua la causa dell’abrogazione del Porcellum senza rinunciare al bipolarismo e a un sistema maggioritario. Basterebbe approvare una legge semplicissima in Parlamento per tornare a un sistema decente.

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