Ricorderemo il 2011 come l’anno dei tumulti

sabato, 16 luglio 2011

Ho letto rapidamente ieri il saggio di Augusto Illuminati e Tania Rispoli, “I tumulti. Scene dal nuovo disordine planetario” (DeriveApprodi). Dai finti applausi al dittatore della Bielorussia alle donne ucraine, dagli indignati spagnoli alla rivolta greca, fino alle policentriche esplosioni della protesta nel mondo arabo, è chiaro che stiamo vivendo una fase di turbolenza storica paragonabile a un 1848. Moti per la libertà, in forme diverse ma un po’ dappertutto. Smascheramento dei meccanismi propagandistici su cui si è fondato il consenso populistico ai potenti, dall’Italia di Berlusconi & Bossi al regime mediatico di Murdoch in Gran Gretagna.
Continuo a pensare che la chiave di volta decisiva sarà la Siria, per la posizione cruciale che occupa sia geograficamente che storicamente. Gli esperti dubitano che il presidente-tiranno Bashar-al-Assad possa durare ancora molto, visto che la sua feroce repressione non ferma il montare della protesta. Fa male assistere alla caduta di tante persone, disposte a sacrificare la vita per la libertà, settimana dopo settimana, inesorabilmente; ma forse proprio il mese del Ramadan, che quest’anno cade d’agosto, potrà dare lo scossone decisivo. Senza che la religione assuma più un ruolo egemone nel cambio di regime, perchè quel tempo per fortuna si dimostra superato.

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