Per una moratoria sugli incompetenti in tv

mercoledì, 31 agosto 2011

Questo articolo è uscito su “Vanity Fair”.
Nel corso dell’estate 2011 tutti abbiamo avvertito la gravità della situazione e ci siamo posti domande scomode sul nostro futuro. Gravità è una parola dai molteplici significati, e non mi riferisco solo alle leggi della fisica. Denota circostanze dense di incognite, ma anche lo stato d’animo più appropriato con cui fronteggiarle. Di fronte a una situazione grave, siamo chiamati a reagire con altrettanta gravità. Compostezza. Rigore intellettuale. Senso civico. Audacia, se necessario. Ma sempre evitando la faciloneria.
Avrete notato che nelle giornate più drammatiche del crollo delle borse, quando il divario fra i nostri titoli pubblici e quelli tedeschi lasciava presagire un declassamento traumatico dell’economia italiana, come per incanto tanti chiacchieroni da un’intervista al dì abbiano scoperto la virtù del silenzio. Per qualche tempo le telecamere hanno smesso di inseguirli fin nelle località balneari per raccogliere le loro dichiarazioni insulse. Certo, sarebbe stato legittimo esprimere a questi professionisti della chiacchiera le nostre rimostranze: non dicevate che i nostri conti pubblici erano al riparo? Che la manovra varata a giugno dal governo era più che sufficiente fino al 2013? Che l’Italia aveva un’economia più solida dei suoi vicini?
Ma sarebbe stata solo una magra consolazione. Ben altre domande ci frullavano per il capo di fronte alla bufera che si abbatteva sulla società italiana. Sicché anche i più servizievoli gazzettieri di regime, viste le circostanze, non se la sono sentita di cercare le risposte nei bla bla di personaggi resi muti dalla propria medesima,plateale incompetenza. Non occorre che faccia nomi. Diciamo che un insolito ma benefico silenzio ha contraddistinto d’estate la solitamente loquace sottosegretaria governativa, così come il capogruppo d’opposizione multiuso sempre pronto a cantare come un gallo. Ho osato sperare che loro stessi avvertissero di non detenere le nozioni minime per esprimere giudizi credibili.
Ora che ricomincia la stagione dei dibattiti televisivi, e io ne sono ahimè un veterano, temo che la gravità possa di nuovo cedere il posto al cicaleccio e all’esibizionismo. Ma, accidenti, dipenderà pure da noi conduttori!
Mi permetto quindi di rivolgermi ai colleghi tenutari delle trasmissioni di approfondimento giornalistico con una modesta proposta che spero vogliano prendere in seria considerazione: perché non variamo, di comune accordo, una moratoria sugli incompetenti?
Ho la netta sensazione che i telespettatori italiani –e ci metto pure quelli abituati a rilassarsi e a divertirsi con le schermaglie dei commedianti della politica buoni per ogni argomento- a questo punto gradirebbero una diversa selezione del cast. I tempi sono cambiati. Deve cambiare anche la telepolitica.
Sia ben chiaro che la moratoria sugli incompetenti non comporta alcuna limitazione nel pluralismo delle idee. Ma solo uno sforzo per dare voce a personalità più credibili. Vi assicuro che ce ne sono. E magari in grado di non prendere sottogamba le domande più scomode e insidiose che serpeggiano. Per dirne una: è proprio obbligatorio pagare il debito?
Liberiamo la fantasia, cari colleghi. Facciamo a meno delle solite facce in tv.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.