Una domanda su Fede ai colleghi del Tg4

venerdì, 9 settembre 2011

Non ho mai creduto giusto che per fare il giornalista uno debba essere per forza iscritto all’Ordine professionale, dunque non starò a chiedermi cosa ci faccia ancora Emilio Fede fra gli iscritti a una corporazione che si vanta di tutelare la deontologia professionale. Invece credo molto nella dignità del lavoro, cui ciascuno di noi aspira. E allora vorrei rivolgere una sommessa domanda ai miei colleghi giornalisti di Mediaset, e in particolare a quelli del Tg4. Com’è possibile per voi tenervi un direttore come Emilio Fede senza reagire, cioè senza chiederne a viva voce l’immediata rimozione? Non ci tenete alla vostra credibilità? Stiamo parlando di un signore che ha già dovuto ammettere nei verbali ciò che in pubblico negava, cioè di aver trattenuto per sè somme ingenti, dal fiume di denaro che Berlusconi versava a Lele Mora. Conferma pure, Emilio Fede, di avere aperto un conto in Svizzera per incassarli di nascosto. Con il solito contorno di ragazze da cui lo dividono sessant’anni di differenza d’età, a rendere patetico il tutto. La posizione di direttore di un telegiornale è delicatissima perchè a lui spetta certificare e rappresentare la correttezza dell’informazione trasmessa di fronte al pubblico. Può trattarsi, certo, anche di un’informazione politicamente orientata attraverso del buon giornalismo d’opinione, ma sempre (a maggior ragione, direi) tramite figure specchiate, come richiede la delicata funzione direttoriale. Se Mediaset fosse un’azienda normale già da tempo, per tutelare i suoi prodotti, lo avrebbe accomiatato. Ma i giornalisti che ci lavorano, mi domando, non trovano proprio il modo di manifestare disagio per il danno inflitto loro da una tale guida? Possibile che il denaro compri tutto, da quelle parti, anche chi non lo riceve?
Il caso di Emilio Fede che resta direttore del Tg4 è clamoroso, diventerà un simbolo dell’assuefazione alla menzogna, da studiare nelle scuole di giornalismo e non solo. Poi ci sarebbe il caso della Mondadori e dei manager che l’hanno ridotta così com’è oggi. Ma lì aveva detto già tutto Vito Mancuso.

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