Il voto su Milanese e la delinquenza comune

giovedì, 22 settembre 2011

I deputati che si apprestano a respingere la richiesta di custodia cautelare avanzata dalla magistratura per il loro collega Marco Milanese, sappiano che agli occhi degli italiani verranno ricordati solo come i protettori di un disonesto. Un ufficiale che ha disonorato la Guardia di Finanza, e poi il Ministero dell’Economia, e infine anche la Camera dei Deputati, traversando queste istituzioni al solo scopo di arricchirsi. Utilizzando abusivamente le informazioni riservate cui aveva accesso per estorcere denaro e favori a destra e a manca. Facendosi stipulare consulenze e incarichi in società pubbliche. Pretendendo viaggi a scrocco, Ferrari, Porsche, Bentley, Bmw, orologi, gioielli, una barca e chissà quanto denaro, con ingordigia senza limiti. Per poi rivendere nomine e incarichi nelle società controllate dal ministero. Stringere col ministro Tremonti un sodalizio ambiguo, giunto fino alla coabitazione, in cui è difficile distinguere fin dove arrivavano i avntaggi e dove cominciava il ricatto.
Perchè Milanese, un individuo pericoloso socialmente, in grado di reiterare il reato e di adoperarsi per cancellare le prove, dovrebbe godere di un trattamento diverso rispetto ai normali delinquenti suoi omologhi?

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