Bondi, Ferrara e il calcio dell’asino di Bagnasco

martedì, 27 settembre 2011

Questa mattina mi sento di simpatizzare con Sandro Bondi e Giuliano Ferrara, gli unici berlusconiani che hanno la coerenza di rivolgere una critica al cardinale Angelo Bagnasco per la sua prolusione sulla “questione morale”. La definiscono unilaterale, sbilanciata, eccessiva. Non fanno gli ipocriti alla Maurizio Lupi che pretende di trovarsi d’accordo sia con la Cei sia con Berlusconi sia con la propria coscienza. Troppa grazia! La verità è che il presidente dei vescovi italiani ha sferrato il calcio dell’asino all’immorale Berlusconi con due anni abbondanti di ritardo. La Chiesa non ha svolto in Italia una funzione di guida spirituale, bensì di retroguardia profittatrice. Ha digerito l’indigeribile sul piano dei valori, pur di intascare vantaggi materiali. Solo ora che Berlusconi è giunto a fine corsa e quindi non è più in grado di tutelare neppure gli interessi della Chiesa, invocano la purificazione dell’aria. Bondi e Ferrara sono rimasti affezionati alla teoria piuttosto atea che devota secondo cui per la religione è meglio un capo politico peccatore ma servizievole che un leader integerrimo ma indifferente alla dottrina. Sbagliavano ieri e sbagliano oggi. Ma almeno non si contorcono disinvoltamente.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.