Una rivolta nel cuore del capitalismo

domenica, 2 ottobre 2011

I 700 arresti di manifestanti effettuati dalla polizia di New York non potranno che estendere la rivolta contro la finanza speculativa esplosa nel cuore del capitalismo, sotto la Borsa di Wall Street. L’evento è storico, mai negli Stati Uniti si era dispiegato un movimento così esplicitamente altermativo ai meccanismi economici che determinano l’acuirsi delle disuguaglianze e dell’ingiustizia sociale. Obama, che non ha saputo interpretarli per tempo, ora rischia di pagare un duro prezzo politico. Gli “indignados” non erano dunque un epifenomeno contingente: la dimensione internazionale della protesta -dal mondo arabo alla Grecia, dalla Spagna al Regno Unito, fino al cuore dell’impero occidentale- rivela la diffusione di un pensiero radicale e alternativo, certo ancora primordiale, ma ben fondato nella realtà del disagio vissuto dalla maggioranza della popolazione.
“Occupy Wall Street” si pone adesso come un punto di riferimento mondiale da cui nessun partito di sinistra potrà permettersi di prescindere.

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