Se questo è il dopo Berlusconi…

martedì, 11 ottobre 2011

Questo articolo è uscito su “Vanity Fair”.
Strabuzzo gli occhi constatando che Giuseppe Pisanu è in Parlamento dal lontano 1972. L’uomo cui affidiamo l’emancipazione della destra italiana dal berlusconismo, allevato nelle file della sinistra democristiana, trovò credito presso il Cavaliere entrato in politica grazie alla loro comune militanza nella loggia massonica P2. Trent’anni dopo l’inizio della sua esperienza parlamentare, Pisanu ha assolto degnamente la funzione di ministro degli Interni, chiamato a sostituire Claudio Scajola dimessosi per avere definito “rompicoglioni” una vittima delle Brigate Rosse, il professor Marco Biagi.
Ora che di anni ne sono passati quasi quaranta, eccoli di nuovo insieme, Pisanu e Scajola, intenti nella manovra che dovrebbe costringere Berlusconi al famoso passo indietro. Entrambi, ciascuno a modo suo, sono dei recordman. Pisanu per longevità: a occhio credo che solo Giulio Andreotti e Emilio Colombo occupino lo scranno di deputato o senatore da più tempo di lui. Eccessi impensabili nelle altre democrazia occidentali.
Scajola, beh, lui è speciale per faccia tosta. Dimessosi una seconda volta quando si è dovuto accorgere, poverino, che il costruttore Diego Anemone gli aveva pagato novecentomila euro a sua insaputa per l’acquisto di un appartamento vista Colosseo, continua a fare politica come se nulla fosse. Mi domando come possa illudersi che –a parte i deputati frondisti del Pdl con cui va a cena e trama in questi giorni- esistano altri italiani per i quali il nome Scajola non venga associato prima di tutto alla vergogna di quella casa inavvertitamente acquisita.
Saranno davvero Pisanu e Scajola i protagonisti della congiura di palazzo che impedirà a Berlusconi di completare il suo ventennio? Può darsi, e distinguo fra i due. Nonostante la macchia della P2, trovo che Pisanu conservi i requisiti della presentabilità, resi obsoleti dal suo attivarsi fuori tempo massimo. La destra italiana del futuro, cattolica o laica che sia, mica può ispirarsi a un sia pur pregevole reperto archeologico.
Quanto a Scajola, mi auguro per lui che degli amici trovino parole delicate con cui fargli capire in tempo che ormai appartiene alla categoria degli impresentabili. Se ne faccia una ragione.
Resta l’interrogativo che ci affligge da troppo tempo. Se pure Berlusconi ha fatto il suo tempo, e ormai a dirglielo ci si sono aggiunti la Chiesa e gli industriali che fino a qualche mese fa gli tributavano una strumentale benevolenza, perché mai lui dovrebbe ottemperare la richiesta? Intorno al Cavaliere non ci sono solo una famiglia e un’azienda molto avvantaggiate dalla sua resistenza a Palazzo Chigi. C’è una vasta schiera di faccendieri, alcuni esposti in responsabilità politiche, altri voracemente attivi dietro le quinte, i quali sanno benissimo che nel dopo Berlusconi per loro non ci sarà più baldoria. Per costoro le dimissioni del premier sarebbero davvero un evento rovinoso. A distaccarsene, viceversa, sono i numerosi altri esponenti del Pdl, certo, beneficiati con prebende concesse dal Capo, e fino a ieri disposti a ricompensarlo “ad personam”, ma oggi speranzosi di potergli sopravvivere. In conclusione: non so se l’improbabile coppia Pisanu-Scajola riuscirà là dove finora non è riuscito nessuno –cioè a mettere in minoranza Berlusconi in Parlamento, provocando la crisi di governo- ma certo fa impressione constatare il deserto di personalità significative che s’intravede alle spalle dell’uomo in cui la destra italiana s’è identificata per quasi vent’anni.

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