Verdini-Profumo, l’ardito paragone di Ferrara

mercoledì, 19 ottobre 2011

In un audiomessaggio dal titolo “Caro Lerner, che ci dici di Profumo?”, pubblicato su www.ilfoglio.it, Giuliano Ferrara si lancia in un ardito paragone fra due ex banchieri di nostra conoscenza: Denis Verdini e Alessandro Profumo.
Il primo, Denis Verdini, è sotto inchiesta per associazione a delinquere, appropriazione indebita, falso in bilancio, corruzione e violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete.
Il secondo, Alessandro Profumo, è indagato per dichiarazione fiscale fraudolenta (nel bilancio aziendale, non nei suoi conti personali).
Accusandomi di facile moralismo, Ferrara cita l’enorme somma di denaro che i manager di Unicredit, così come i loro colleghi di altre grandi banche italiane, avrebbero omesso di versare al fisco italiano. Quella sì, una volta accertata, sarebbe una colpa grave. Vuoi mettere con i modesti maneggi familiari riscontrati nel Credito Cooperativo Fiorentino del suo amico?
Mi è piaciuto ritrovare così in Giuliano una certa non sopita verve anticapitalistica, per la verità più brechtiana che marxista: “Cos’è rapinare una banca a paragone del fondare una banca?”. Cosa volete che siano i soldi intascati da Verdini e dai suoi cari, a paragone dei bilanci miliardari gestiti da Profumo e dai suoi colleghi?
Post scriptum. Verdini ha ritenuto compatibile per alcuni anni fare il presidente di una banca e il coordinatore nazionale di un partito.
A Profumo sconsiglio vivamente di salire in politica.
Da iscritto al Pd mi auguro che il nostro partito non si lasci dirigere o eterodirigere dai banchieri.

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