Ma se voi doveste investire i vostri soldi con la sicurezza di solito fornita dai Titoli di Stato, per evitare gli imprevisti pericolosi della Borsa azionaria, chi scegliereste fra lei e lui? Merkel o Berlusconi? Germania o Italia? Il dilemma avrebbe dovuto essere risolto dalla comune appartenenza all’euro, masochisticamente bistrattato dal nostro presidente del Consiglio. E così in effetti i rendimenti dei Btp e dei Bund sono rimasti allineati al ribasso per molti anni, nonostante l’ampiezza del nostro debito pubblico. Poi sono cominciate le turbolenze dei mercati, è scoppiato il caso greco, ne è derivato un allarme sulla capacità dei governi di mantenere o ripristinare il rigore di bilancio e garantire la solvibilità. Risultato: dovendo stabilire di chi fidarsi e chi no, lo spread è schizzato fino a quote insopportabili. E ora i risparmiatori che devono comprare Btp italiani, la considerano un’operazione densa di incognite al punto di richiedere e ottenere un interesse del 6%. Non vorrei essere volgare, ma sapete che se ne fanno della lettera di rassicurazioni del governo italiano alla Commissione e al Consiglio Europeo? Sopportare Berlusconi ci costa il 6% di interessi. Sopportarlo, cioè, ci costa un tasso insopportabile.