I brindisi non finiscono mai e il mio tasso alcolico si sta pericolosamente innalzando. Ma sono ancora abbastanza lucido per rispondere alle banalità ruffiane su Berlusconi che si sarebbe dovuto dimettere senza neanche un voto di sfiducia, poverino (leggi Aldo Cazzullo su “Il Corriere della Sera” di stamane). In aggiunta agli Scilipoti che vaneggiano di golpe e ai Sallusti che incolpano il “potere criminale della Goldman Sach’s”. A tutti costoro vorrei sommessamente ricordare che l’inizio della fine di Berlusconi l’abbiamo decretato con democratiche, democraticissime elezioni in quel di Milano e Napoli. Cioè due metropoli fondamentali di questa nazione. Il POPOLO, sì proprio il popolo di cui si riempiono orrendamente la bocca questi falsi difensori della democrazia, già in primavera si è plebiscitariamente espresso affinchè il berlusconismo avesse termine. Lo ha additato con ni numeri, col valore democratico inequivocabile delle urne, come l’ultimo dei rais che dovevano andarsene, dopo i suoi amici Bel Ali, Mubarak e Gheddafi. Non lasciatevi incantare dalla propaganda secondo cui Berlusconi sarebbe stato abbattuto dai mercati o da chissà quale lobby demo-pluto-giudaico-massonica. Come ha giustamente notato Michele Serra, qui il plutocrate massone era lui, il complotto l’abbiamo già sperimentato. I cittadini italiani non ne potevano più di sopportarlo già prima che intervenisse la crisi finanziaria a denotarne l’incapacità di agire per il bene comune.