Va bene, non si chiamerà più Ici la tassa sulla proprietà delle case, bensì Imu. In proposito vorrei esprimere una sequenza di delusioni: la Conferenza episcopale italiana non avrebbe potuto avanzare in prima persona l’idea di una sia pur lieve riduzione delle agevolazioni fiscali di cui gode? In assenza di tale iniziativa, come mai il primo ministro Monti ha dichiarato di “non averci pensato”? Non ci ha davvero pensato o invece ha ritenuto di soprassedere? Il Partito Democratico, che in una prospettiva di laicità riunisce nelle sue file esponenti cattolici e non, potrebbe presentare in Parlamento un apposito emendamento per estendere ai beni immobili di enti religiosi (non solo cristiani) una tenue forma di tassazione?