Non passa giorno senza che a Corrado Passera venga ricordato il suo conflitto d’interessi. Oggi è Barbara Spinelli a contestargli con ottime ragioni le inesattezze e la reticenza con cui l’attuale ministro allo Sviluppo economico e alle Infrastrutture ha liquidato le sue responsabilità di banchiere nel cosiddetto “salvataggio” dell’Alitalia. Tutti noi siamo plasmati nel bene e nel male dalla nostra biografia, pensare di liberarcene è un’ingenuità anche se l’Italia è il paese della dimenticanza. I giornali possono anche fantasticare sul futuro politico di Passera, attribuendogli progetti addirittura di rifondazione di un partito di centro, o di candidatura alla premiership. Ma più prosaicamente io dubito che un ex banchiere nella fase storica che sta attraversando l’Occidente possa credibilmente aspirare alla leadership in politica, raccogliendo voti sufficienti. Sbaglierò, ma la mia è una constatazione sullo spirito dei tempi che prescinde da ogni giudizio sull’operato professionale di Passera.