Giovanni Testori e “Il volto di Dio”

venerdì, 20 gennaio 2012

Chiunque abbia letto un racconto o assistito a una rappresentazione drammatica del grandissimo, “maledetto” Giovanni Testori -magari al Teatro Franco Parenti di Milano, diretto da Andrée Ruth Shammah- neanche per un istante potrà pensare al boicottaggio e alla censura per “Sul concetto di volto nel Figlio di Dio”, opera di Romeo Castellucci.
Lo conferma un bell’intervento di Antonio Socci -blasfemo anche lui?- su “Libero” di oggi: “Macchè blasfema, la pièce è una preghiera”. Non ho titolo per discutere il senso religioso dell’opera di Castellucci, già andata in scena a Roma e in Polonia senza la minima contestazione della Chiesa (Vaticano distratto?). Ma di certo il teatro milanese che fu caro a Testori non merita gli attacchi oscurantisti di questi giorni, purtroppo legittimati dall’Arcivescovo Scola e poi dalla Segreteria di Stato vaticana. Vadano a rileggersi qualche brano di Testori sul rapporto travagliato dell’uomo sofferente con il Divino, così poi magari accusano di blasfemia pure lui.

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