Le ultime da “L’Espresso” su Formigoni

giovedì, 26 gennaio 2012

Riporto senza commento questo comunicato de “L’Espresso”.
Il conto svizzero che custodisce almeno 879 mila dollari versati dal gruppo Finmeccanica è intestato a un tesoriere di Cl, Alberto Perego, che mentre riceveva quei bonifici viveva insieme a Roberto Formigoni, a Milano, in una casa-comunità dei Memores Domini, l’associazione di cui fanno parte i più importanti esponenti laici di Comunione e Liberazione. Lo rivela ”L’Espresso”, che nel numero in edicola da domani pubblica i risultati dell’ultima rogatoria dell’inchiesta “Oil For Food”, trasmessa il 12 gennaio scorso dalle autorità svizzere alla procura di Milano. Nell’articolo il settimanale ricostruisce, con documenti e testimonianze inedite, un quadro completo delle tante inchieste giudiziarie che coinvolgono alcuni degli uomini più vicini al presidente della Regione Lombardia.
I nuovi documenti bancari trasmessi dai giudici elvetici complicano la posizione giudiziaria di Perego, che nell’agosto scorso è stato rinviato a giudizio per falsa testimonianza, insieme a un altro collaboratore di Formigoni, Fabrizio Rota, per aver sostenuto davanti ai magistrati milanesi di non avere «mai avuto alcun conto all’estero e in particolare in Svizzera». L’accusa di “false dichiarazioni al pm” finora si fondava su precedenti rogatorie che già indicavano Perego e Rota come cointestatari di un altro conto svizzero, chiamato Memalfa, che però risulta chiuso e svuotato, con accredito finale dei fondi su Paiolo. Secondo la Guardia di Finanza il conto Paiolo avrebbe ricevuto, tra il 1994 e il 2004, non solo i fondi neri versati dal gruppo Finmeccanica per vincere un appalto da 20 milioni in Iraq, ma anche una parte delle tangenti pagati dalle società petrolifere italiane coinvolte nello scandalo “Oil for food”: l’inchiesta internazionale dell’Onu sulle forniture illegali di greggio decise dal regime di Saddam Hussein a favore delle aziende indicate dai politici stranieri che si schieravano pubblicamente contro l’embargo. Nel troncone italiano di “Oil For Food” è già stato indagato e processato a Milano, tra gli altri accusati di corruzione internazionale, un politico ciellino, Marco Mazarino De Petro, che rappresentava la Regione Lombardia in Iraq: condannato in primo grado a due anni reclusione, ha beneficato della prescrizione in appello.
Oltre a Perego, il conto Paiolo risulta avere un secondo cointestatario, che resta però misterioso: le autorità elvetiche hanno cancellato il suo nome dai documenti trasmessi in Italia, segno che si tratta di un personaggio mai indagato e dunque ancora protetto dal segreto bancario elevetico. L’inchiesta giornalistica de “L’Espresso” rivela inoltre che la casa-comunità dei Memores Domini, dove Perego e Rota hanno vissuto insieme a Formigoni almeno fino all’autunno 2006, risulta dalle visure catastali di proprietà della famiglia Ligresti.

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