Lascio scritta a Pierluigi Battista una precisazione che spero non voglia ignorare, qualora l’elevata polemica su nasoni e nasi adunchi di ebraica fattura tracimasse dalla bega giornalistica quotidiana a qualcuno dei suoi prossimi libri sugli intellettuali. Battista, si sa, cerca sempre di dare un colpo a destra e uno a manca, di fare pari e patta, di beccare in contraddizione gli avversari. Tale è il suo amore per l’equilibrio che d’ora in poi lo definirò Battista il sommo equilibrista. Ebbene, per amore d’equilibrismo nel mio caso bara al gioco. Ha voluto dimostrare, lunedì 6 febbraio 2012 sul “Corriere della Sera”, che io sono un furbacchione disposto a perdonare Vauro quando disegna un nasone giudaico a Fiamma Nirenstein; mentre ho querelato il leghista Leo Siegel sol perchè aveva dato del nasone a me. Falso. C’è il trucco, ma di quelli modesti. Come Battista sa benissimo, in una trasmissione di “Radio Padania Libera”, Leo Siegel non si era limitato a darmi del nasone (constatazione non querelabile) ma aveva proseguito dicendo che sarebbe venuto volentieri in sinagoga a prendermi per il collo, e non in senso figurato, perchè indignato dal fatto che difendessi quei ladri degli zingari. Si chiama incitamento all’odio razziale, come hanno riconosciuto dapprima il giudice, e poi lo stesso Leo Siegel che ha depositato in Tribunale una bella lettera autocritica. A seguito della quale io ho rinunciato ai diecimila euro di risarcimento previsti dalla sentenza e ho invitato a pranzo Siegel alla mensa della Casa della Carità, dove in un clima di grande cordialità egli ha potuto conoscere le persone che aveva offeso.
Caro Pigi, continua pure a praticare l’equilibrismo ma riconosci che in questo caso si è trattato piuttosto di furbizia.
P.S. Se il presupposto di questa elevata polemica è che Vauro avrebbe disegnato la Nirenstein col naso adunco, be’, dotatevi di lente d’ingrandimento e andate a riguardarvi la vignetta…