Avrà fatto i suoi calcoli, da abile navigatore specializzato nella tattica, ma secondo me Roberto Maroni ha compiuto un errore politico assegnando la sua totale copertura a Davide Boni. Probabilmente ha agito così con l’idea di presentarsi come vero difensore della Lega Nord nel suo insieme, confidando che ciò lo favorisca nel raccogliere prossimamente l’intera eredità del movimento. Vuole condividerla anche nella cattiva sorte, onde non passare per avvoltoio. Ma possibile non abbia visione sufficiente per prendere atto del disincanto in cui precipita l’elettorato padano di fronte al sistema di potere organizzato in venticinque anni da Bossi & co? Forse ne trarrà le conseguenze il solo Flavio Tosi, radicatosi nella “sua” Verona, in una logica iper-localistica. Ma il partito del Carroccio federale, esteso su scala nazionale e ben insediato nella romanità, è giunto al capolinea. Maroni per mantenere un ruolo politico da protagonista oggi avrebbe dovuto sfasciare, non conservare, ciò che resta della Lega.