No alla dittatura del bilancio

venerdì, 16 marzo 2012

Riprendo e sottoscrivo questo appello di Lanfranco Turci al Senato della Repubblica, affinchè non sia vietato per legge il pensiero di Keynes…

ART.81,SALVARE IL DIRITTO DEL POPOLO A INTERVENIRE
Nei giorni scorsi il Network per il socialismo europeo ( associazione che raccoglie circoli e militanti della sinistra impegnati per il rinnovamento e la riorganizzazione della sinistra italiana nell’ambito del socialismo europeo)ha deciso di provare a rompere il muro di silenzio che colpevolmente circonda le votazioni in corso nel Parlamento per modificare l’art. 81 della Costituzione. Abbiamo perciò deciso di rivolgere un appello ai Senatori della Repubblica affinchè sia salvaguardato il diritto del popolo di intervenire sulle modifiche della Costituzione. Com’è noto a tempi brevissimi il Senato sarà chiamato ad approvare in seconda lettura le modifiche all’art. 81 della Costituzione in materia di pareggio di bilancio. Si tratterà dell’ultimo passaggio previsto dall’art. 138 C. dal momento che la Camera del Deputati ha già effettuato le due votazioni previste e il Senato ha già votato in prima lettura il 15 dicembre scorso. Le modifiche si ispirano alle dottrine dominanti in questa fase della politica europea guidata dalle destre conservatrici e neoliberiste. Qualcuno ha scritto che queste modifiche equivalgono all’abolizione per legge del pensiero di Keynes. Altri hanno osservato che si tratta dell’ultimo omaggio offerto alle “idee fallite” che stanno alla base dell’attuale crisi. Non c’è dubbio che le implicazioni delle nuove norme proposte saranno molto rilevanti e ridurranno di molto le possibilità future di scelta delle politiche economiche e di sviluppo del nostro paese. Nè vale la scusante che si tratterebbe di norme lasche,che si potranno facilmente aggirare una volta che sia cambiato il clima politico-economico. Non è vero. Ma, se anche così fosse, ci sarebbe da essere allarmati per il modo irresponsabile di giocare sul testo costituzionale. Il nostro obiettivo non è comunque quello di sollevare all’ultimo momento una discussione di merito su questi cambiamenti costituzionali, dopo che per mesi si è votato in Parlamento senza nessuna eco nell’opinione pubblica, mentre in altri paesi europei su questi temi e sul connesso Fiscal Pact europeo si stanno sviluppando discussioni e confronti assai più vasti . Poniamo però ai Senatori una questione di coscienza e di democrazia. Riapprovando il nuovo articolo 81 con la maggioranza di due terzi escluderebbero la possibilità del pronunciamento del popolo attraverso il referendum confermativo. E’ ammissibile che ciò avvenga su un tema così importante? E’ ammissibile che ciò avvenga per opera di un Parlamento delegittimato dalla crisi politica e morale che sta squassando le nostre istituzioni? E’ ammissibile che i due terzi siano calcolati su assemblee parlamentari che, elette con una legge ipermaggioritaria, non rappresentano milioni di elettori che non hanno potuto far pesare il loro voto alle ultime elezioni politiche? Il Network per il socialismo europeo chiede dunque a tutti i senatori che avvertano la fondatezza delle nostre osservazioni di comportarsi nel voto in modo tale da evitare la maggioranza dei due terzi per lasciare la decisione finale al popolo sovrano.
Lanfranco Turci

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