Obama-Romney, una sfida che ci riguarda

sabato, 14 aprile 2012

Il ritiro di Rick Santorum ha dato l’avvio ufficioso alla campagna per le presidenziali americane. Il sei novembre gli statunitensi sceglieranno se confermare Barack Obama oppure affidarsi ad un nuovo presidente, Mitt Romney. La destra americana non ama il suo candidato, dato che secondo Gallup l’ex governatore del Massachusetts è la nomination repubblicana più impopolare di sempre, ma la base conservatrice si compatterà nella sfida contro il “socialista” Obama. Le presidenziali del sei novembre saranno decise dalla risposta alla crisi che gli americani riterranno più convincente. Barack Obama ha esteso i diritti sociali con la sua storica riforma sanitaria, ha aumentato gli investimenti pubblici per stimolare l’economia,ed ha proposto di aumentare le tasse alle fasce di reddito più alte al fine di contenere il debito pubblico che tormenta anche l’America. Mitt Romney rappresenta un’alternativa liberista, conservatrice ed individualista. Il candidato repubblicano, osteggiato dal movimento Tea Party anche se ne ripropone sostanzialmente il programma, vuole ridurre le tasse ai più ricchi così come alle grandi aziende, vuole cancellare la riforma sanitaria negando così la copertura assicurativa per la propria salute a chi non se la può permettere, e vuole ridurre il peso dello Stato, soprattutto i servizi sociali, nella società americana. La sfida americana parla dunque anche a noi europei. La grande crisi iniziata con il crollo di Wall Street nell’autunno del 2008 pone le società del mondo occidentali di fronte ad un bivio fondamentale. Il mantenimento del modello sociale costruito a partire dal secondo dopoguerra che ha permesso un enorme miglioramento della vita di centinaia di milioni di persone, oppure il ritorno ad un’epoca dove la gelida legge del mercato detti ogni regola di convivenza sociale. Su questo voterà l’America tra pochi mesi, tra chi crede nello Stato come fattore di regolamento e progresso di una comunità, e chi invece ha fede solo nell’individuo, e nega lo stesso concetto di società, come insegnava tanti anni fa la signora Thatcher.

Andrea Mollica

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