Lo so che vi state appassionando dei diamanti della Lega, comperati anche da quel razzista fanatico del senatore Stiffoni e da quella santerellina di Rosi Mauro; e poi di Formigoni che si paragona a Gesù; e di Lavitola; e magari di Vendola e Grillo che litigano… Ma vorrei restasse agli atti su questo blog che il fatto di gran lunga più importante della settimana, in attesa delle elezioni presidenziali francesi (forza Hollande!) è la confisca-nazionalizzazione decretata dalla premier argentina Cristina Kirchner dell’azienda petrolifera Ypf appartenente al gruppo spagnolo Repsol. La Kirchner che segue l’esempio sovversivo del venezuelano Hugo Chàvez! L’Occidente si indigna, l’Unione Europea minaccia sanzioni e rappresaglie, la stampa spagnola evoca il bis della guerra delle Falkland… Il governo argentino replica spernacchiando le richieste miliardarie d’indennizzo della Repsol, il cui crollo in Borsa non aiuta certo l’economia spagnola in queste giornate drammatiche per tutta l’eurozona. Buenos Aires non solo rende evidente con questa nazionalizzazione quanto è debole politicamente l’Ue (ma anche gli Usa in America Latina contano molto meno). Soprattutto il neo-protezionismo conclamato sotto un ritratto di Eva Peron suona a rivincita sulle terribili sofferenze provocate al popolo argentino dall’applicazione pedissequa delle ricette liberiste del Fmi che dieci anni fa lo trascinarono alla bancarotta. Prepariamoci. Anche in Europa tornerà a crescere il ruolo dello Stato in economia. Speriamo di non vivere un revival dell’autarchia, perchè si porta sempre dietro il pericolo di guerre. Ma prendiamola sul serio come merita, la mossa della Kirchner. Anche perchè, tra parentesi, in Argentina hanno una presenza importante diverse aziende italiane.