Quanti Beppe Grillo si aggirano per l’Europa

giovedì, 19 aprile 2012

Beppe Grillo e l’antipolitica non sono un fenomeno unicamente italiano. L’eurocrisi sta sconquassando la gran parte dei sistemi politici del Vecchio Continente, un fenomeno causato dalla radicalizzazione di un elettorato sempre più frustrato. La recessione che fa chiudere tantissime aziende cancellando migliaia di posti di lavoro, i giovani che non trovano un’occupazione, i tagli selvaggi ai servizi sociali imposti dall’austerità, tutto questo rappresenta un formidabile propellente per le formazioni politiche che si pongono come alternative al sistema. Ecco allora che Grillo può davvero sfondare alle prossime elezioni amministrative, mentre anche nella Germania che cresce si impongono i Pirati. Negli ultimi sondaggi il nuovo partito è diventato la terza forza del paese, sorpassando i Verdi, dopo essere entrato nei consigli regionali di Berlino e Saarland. Forse una bolla, ma l’inquietudine dell’elettorato tedesco sta spingendo verso valori impensabili i Pirati, che come loro stessi ammettono non hanno un programma di governo, a parte sui temi della rete e della democrazia digitale. In Francia la sinistra radicale è rinata con Jean-Luc Mélenchon. Il candidato del Fronte di Sinistra  sta viaggiando su valori che alla gauche dura e pura mancavano dalle presidenziali del 1981, con il 15% raccolto dall’allora segretario dei comunisti transalpini George Marchais. Anche Marine Le Pen sta andando molto bene in tutti i sondaggi, e sembra poter replicare il clamoroso risultato ottenuto da suo padre dieci anni fa, anche se il ballottaggio le sarà precluso grazie alla ritrovata forza dei socialisti. In Grecia le forze anti austerità, anche quelle nate solo nei mesi scorsi, sono rilevate su numeri non lontani dalla somma dei due partiti che hanno governato il paese ellenico dal ritorno della democrazia, Pasok e Nuova Democrazia. E gli esempi possono continuare, come il boom della sinistra radicale anti Europa nei Paesi Bassi o la rinascita di Izquierda Unida in Spagna. Il sistema politico europeo viene scosso nelle fondamenta, ed il bipolarismo tra democristiani conservatori e socialdemocratici appare sempre più insoddisfacente. All’elettorato del Vecchio Continente piagato dall’eurocrisi questa scelta non basta più, e le scosse telluriche che attraversano la nostra società rendono sempre più ingovernabile la UE. Non è una buona prospettiva per i prossimi anni, alla luce di un’economia che non ripartirà nel breve periodo, e visto che gli egoismi nazionali continuano a dettare le politiche europee.

Andrea Mollica

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