Francia, adieu al regno di Merkozy

sabato, 21 aprile 2012

Domani alle ore 20 sapremo i primi risultati delle presidenziali francesi, ma già ora si può affermare che il paese transalpino non è più lo stesso di cinque anni fa. Il vero vincitore della campagna elettorale è stato il sentimento di cambiamento radicale nei confronti dello status quo ritenuto responsabile della crisi. Se il simbolo del primo turno del 2007 era il seducente centrismo di Bayoru, ora invece è prevalso il desiderio di una nuova Francia in una nuova Europa. Questo è il messaggio fondamentale di Jean-Luc Mélenchon, il candidato del Fronte di Sinistra che ha rivitalizzato la gauche radicale a livelli sconosciuti negli ultimi 30 anni. Anche il vasto consenso per l’estremismo conservatore di Marine Le Pen rappresenta la profonda insoddisfazione della Francia di campagna e delle periferie verso Nicolas Sarkozy. Il sesto presidente della Quinta Repubblica è apprezzato solo da un cittadino su tre, valori di popolarità così bassi che evidenziano meglio delle intenzioni di voto perché la Francia ha smesso di fidarsi del leader della destra gollista. Dalla fine delle primarie socialiste, che lo incororano candidato per l’Eliseo, François Hollande ha sempre guidato tutti sondaggi per il ballottaggio. Vantaggio che non è mai sceso sotto i sei punti di margine, e che oscilla ormai stabilmente tra gli otto e i dieci. Le presidenziali francesi dell’epoca post De Gaulle sono state contrassegnate da grande equilibrio, ma sembra proprio che nel 2012 l’impopolarità di Sarkozy, e della sua politica pro austerità del duo Merkel e Bce gli elettori transalpini scriveranno un’altra storia. Nessun presidente uscente è mai uscito sconfitto al primo turno, e nella giornata di ieri, l’ultima nella quale era possibile pubblicare gli esiti dei sondaggi, nessun istituto rileveva in testa Nicolas Sarkozy. La vera sfida si giocherà il sei maggio, ma già da domani sapremo quali sono i nuovi rapporti di forza nella République. L’ultima volta che la somma dei candidati progressisti ha superato il 40% al primo turno alle presidenziali, un socialista è approdato all’Eliseo. Domani sera sapremo se i sondaggi hanno preso un grosso abbaglio, oppre se l’alternativa progressista all’eurocrisi potrà finalmente materializzarsi, uno scenario che terrorizza l’Europa tedesca del rigore e dell’austerità.


Andrea Mollica

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